mercoledì 17 febbraio 2021

Antonio Lopez Garcìa

  Forse sono in pochi a non avere sentito parlare di Antonio Lopez Garcìa,  probabilmente l'ultimo grande artista figurativo del XX secolo. Spagnolo, classe 1936, apprende i primi rudimenti dell'arte dal padre, pittore anch'egli. I suoi primi riferimenti artistici furono, tra gli altri, il Rinascimento studiato in Italia e l'inevitabile Diego Velàsquez. Per qualche tempo si interessò, certo a modo suo, anche al surrealismo, evidente in certe opere degli anni '50 soprattutto, ma non era quella la sua strada. Riesce comunque a creare delle strane atmosfere, con personaggi che si librano stranamente nell'aria, figure che appaiono in qualche angolo di stanza, in penombra, o frammenti di esse, quasi brandelli di una realtà diversa che si manifesta silenziosa affiorando dalle profondità della memoria. Si creano momenti di arcana emotività, muti dialoghi tra cose o persone in cui l'interrogativo talvolta non è il "come" ma il "perché", altre volte sembra il contrario ma sempre la partecipazione è intensissima.  
  Tutto è ottenuto con una pittura cruda, spesso scabra, colori dimessi e spesso polverosi, una pittura di grande precisione realistica e raffinatezza, oltre la superficie. La vena realistica, man mano, si intensifica sempre più, in aperta opposizione all'arte astratta e informale che si va imponendo un po' ovunque, all'epoca. Gli interni 'appaiono' in un clima di semplice evidenza, di realismo puro, senza abbellimenti o aggiustamenti "artistici". Ma la luce discreta e calibrata e l'approccio alle cose come indagine sul loro ruolo e il modo di essere, eterne questioni, fanno sì che ne scaturisca una scena che va al di là di ciò che rappresenta.  
  Spesso si commette l'errore di credere che il senso delle cose stia nel loro significato letterale, nella loro funzione. Un bicchiere ha senso solo perché lo si usa per bere, un nudo lo si dipinge per ammirarne le forme anatomiche armoniose, per la sua bellezza e così via. In realtà ogni cosa evidenzia un senso sempre diverso, non solo per il modo in cui viene espressa, ma anche come si pone nei confronti degli altri elementi, lo stare nello spazio, come risponde alle sollecitazioni della luce. Per Lopez Garcia questo si traduce nell'analizzare la realtà minutamente, stabilendo con precisione l'importanza di questo o quel dettaglio, forse alla ricerca, appunto di "quel certo senso". 
  Così come le vedute delle strade e i panorami urbani solitari, dettagliatamente realistici formano un contrasto stridente con il loro irrealistico aspetto deserto, privo di animazione apparente, tranne alcune eccezioni, ma non abbandonato. Creano in tal modo una sorta di vita sospesa, un silenzio carico di aspettative o disillusioni, secondo i punti vista. In ogni caso un momento di riflessione senza l'assillo del vivere frenetico quotidiano.
  In questi brevi cenni, necessariamente non esaustivi, vista la complessità e l'estensione temporale dell'opera di Lopez Garcìa, bisogna anche dire che, a volte, i risultati della sua ricerca non sono del tutto convincenti, all'altezza delle aspettative. Un esempio per tutti può essere il ritratto della famiglia reale spagnola di Juan Carlos I. Al di là dell'ampio arco di tempo in cui si è dilungata la sua esecuzione (circa vent'anni), e forse proprio per questo, l'esito non è dei più felici, se pure si stia parlando di alti livelli - per altri versi il dipinto è inappuntabile - per qualcuno una grande opera.
  Si tratta, in definitiva, di un elenco di personaggi freddi, senza spessore, a parte qualche accenno di caratterizzazione. Sono dipinti, riprodotti, non vissuti, non "creati" dall'artista, immersi in una atmosfera gelida, quasi asettica, che ne accentua la distanza. Un po' come quelle foto di gruppo che si fanno nei matrimoni di parenti e amici, non servono a niente, solo immagini di testimonianza. In quel ritratto non c'è vitalità negli effigiati, non c'è vero interesse né coinvolgimento da parte dell'autore. Ma possiamo sorvolare, questo non toglie nulla alla grandezza di Lopez Garcìa; la storia dell'arte è piena di esempi simili.
   Lopez Garcìa mostra di voler cercare con sincera partecipazione, nelle pieghe della realtà nuda e cruda, quegli aspetti poetici e sottilmente misteriosi che pur non vedendosi apertamente, si manifestano nell'intuizione dell'artista che con il suo sapiente tocco, spesso ispirato, stimola e illumina quegli angoli più reconditi e poco esplorati della sensibilità dello spettatore.