Qui vorrei parlare d'arte e altre cose, ma non di critica d'arte, di critici ce ne sono già abbastanza. Solo quattro chiacchiere senza pretese, in maniera informale per schiarirci le idee: tanto per dire, appunto.
Ci hanno abituato a pensare che ormai tutto può diventare arte, basta volerlo, anzi basta enunciarlo e miracolosamente un sasso, un chiodo, uno straccio acquista il nobile status di oggetto d'arte.
Potenza dell'arte concettuale contemporanea in cui conta solo ciò che si pensa. Che piaccia o no questo è l'andazzo di quest'epoca sciagurata che vuole dimostrare la supremazia dell'intelletto su tutto e lo fa nella maniera più eccentrica, bizzarra e iperbolica.
Ci hanno abituato a pensare che ormai tutto può diventare arte, basta volerlo, anzi basta enunciarlo e miracolosamente un sasso, un chiodo, uno straccio acquista il nobile status di oggetto d'arte.
Potenza dell'arte concettuale contemporanea in cui conta solo ciò che si pensa. Che piaccia o no questo è l'andazzo di quest'epoca sciagurata che vuole dimostrare la supremazia dell'intelletto su tutto e lo fa nella maniera più eccentrica, bizzarra e iperbolica.
È il tempo degli eccessi, se devi fare qualcosa falla estrema, esagera e sarai apprezzato. La stravaganza diventa originalità, la provocazione una pratica ordinaria, abituale finalizzata ad attirare l'attenzione su di sé e che non scandalizza più nessuno.
È vero che l'arte non rappresenta la società ma le sue aspirazioni, i suoi ideali se ne ha e anche le sue paure e le sue insicurezze. Ognuno la esprime nel modo che ritiene più opportuno. Ma la cosa più irritante dei critici e ideologi di certa presunta arte contemporanea è che con le loro elucubrazioni tanto erudite e cervellotiche quanto oscure ed evanescenti ti insinuano il dubbio che loro hanno capito tutto e tu niente (anche perché il più delle volte niente c'è da capire), sicché per non fare brutta figura concordi quasi sempre con loro rischiando di ritrovarti spesso a comprendere e apprezzare l'infinito là dove nulla c'è.
È vero che l'arte non rappresenta la società ma le sue aspirazioni, i suoi ideali se ne ha e anche le sue paure e le sue insicurezze. Ognuno la esprime nel modo che ritiene più opportuno. Ma la cosa più irritante dei critici e ideologi di certa presunta arte contemporanea è che con le loro elucubrazioni tanto erudite e cervellotiche quanto oscure ed evanescenti ti insinuano il dubbio che loro hanno capito tutto e tu niente (anche perché il più delle volte niente c'è da capire), sicché per non fare brutta figura concordi quasi sempre con loro rischiando di ritrovarti spesso a comprendere e apprezzare l'infinito là dove nulla c'è.
Brutti ma famosi
Al brutto non c'è limite, ma che sia anche importante e famoso...Bisogna avere il coraggio di dirlo.
Damien Hirst's Brit Award
Paul Emsley-Duchessa Kate Middleton
Questi due sono recentissimi. Non so quale dei due sia più brutto!
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